il progetto
per Siracusa Capitale Italiana della Cultura
concept ed obiettivi


Città d’Acqua e di Luce
Una città laboratorio
Quanto racchiuso nelle pagine che seguono è il nucleo di un progetto che va oltre il ruolo a cui aspira, simbolo per un anno della cultura nazionale. Il complesso delle proposte ha infatti l’ambizione di far emergere in ma- niera duratura le sue potenzialità, partendo dalla cultura, ma come si è detto, intesa non come sola fruizione dei monumenti e messa in forma dei luoghi, ma come elemento attivo di trasformazione. Il vero cuore di questo progetto è nella rigenerazione di un ambiente urbano che ora vive a ridosso delle bellezze e delle istituzioni che pure lo costellano, la ricucitura di un tessuto sociale la cui stessa autopercezione è a volte offuscata. È la restituzione alla città della sua funzione storica di laboratorio, attrattore di intelligenze, sede di istituzioni dedi- cate alla ricerca e alla formazione, con una portata internazionale. È per questo che si pensa alla costituzione di un organismo di gestione che non sia concepito come una sorta di comitato dei festeggiamenti, ma un’agenzia destinata a durare nel tempo, con il compito di attrarre e facilitare la vita a investitori, ricercatori, studiosi e studenti di un mondo senza ormai confini.
Una capitale per il Mediterraneo
Prendete una mappa, puntate lo spillo di un compasso su Siracusa, la grafite sulle Bocche di Bonifacio e ruo- tate: scoprirete che la nostra Città è al centro geometrico del Mediterraneo. La sua centralità rispetto al bacino in cui si è formata la civiltà occidentale non è accidentale: Siracusa deve la sua fondazione, la sua storia plu- rimillenaria e la continuità del suo ruolo anche alla sua posizione geografica.
A questa si lega una “centralità” di cultura, di spiritualità, di arte, di innovazioni, di commerci. E capitale Siracusa lo è stata: capitale della Grecia d’Occidente; una delle capitali del nascente cristianesimo, per essere poi insignita del titolo di Capitale occidentale dell’Impero Bizantino fino a divenire sede della corte imperiale di Costante, nel 663. Nel XIII secolo sarà Federico II a porla al centro del suo progetto imperiale, seguito dal Regno Catalano che la farà capitale della Camera Reginale.
Una vita ininterrotta
Sono poche al mondo le città che possono vantare una continuità di vita, di attività, di riconoscibilità come Siracusa. A quasi tre millenni dalla sua fondazione conserva inalterato il nome e una storia antropica che non ha avuto interruzioni, semmai aggiunte, stratificazioni, amalgami che l’hanno resa luogo di sperimentazione sociale, architettonica, urbanistica che la caratterizzano con un intreccio di stili, spesso originali, funzioni, soluzioni legate alle esigenze, ai materiali, alle tecnologie cangianti.
Città d’Acqua e di Luce. Sia per la sua collocazione, protesa verso il mare come una nave, che per un retroterra ricco della risorsa naturale più importante. Inondata dalla luce. Ma luce e acqua sono alla base dello sviluppo di tecniche con cui gli uomini hanno plasmato la natura e con la natura hanno imparato a convivere, accumu- lando una sapienza che oggi appare la via per guadagnarsi un futuro.
Le radici del futuro
Se la candidatura della Città a Capitale italiana della cultura dovesse essere sostenuta dai “titoli” – dalla sto- ria, dalle vestigia, dalle testimonianze, dalle opere d’arte – il compito da svolgere sarebbe fin troppo facile. Tuttavia, sappiamo bene che ai titoli vanno aggiunti gli “esami”. E Siracusa è pronta ad affrontarli, forte di un’esperienza antica e recente nel porsi costantemente di fronte all’innovazione: la Città non si è mai limitata, come ebbe a rimproverare Joice agli Italiani, a “mantenersi mostrando ai viaggiatori il cadavere della nonna”. L’idea stessa di futuro, nel senso in cui oggi lo intendiamo, trova origine su queste sponde. La figura simbolo dell’occidente tecnologico è rappresentata dal più illustre dei siracusani: Archimede. Non semplice inventore di macchine ma, sulla scia di Pitagora, creatore di un’idea dell’attività umana che è insieme teoria e pratica, la tekne, la visione prospettica dello studio, della sperimentazione, della volontà di imprimere alla natura e alla storia un corso preciso. È questo ruolo che attrasse i grandi pensatori dell’antichità, da Platone a Eschilo a San Paolo, è questa vocazione che chiamò il grande illuminato, Federico II, a porvi una delle sue basi. E poi Spagnoli, Arabi, Ebrei, in un susseguirsi di prove di ingegno e ibridazione. Un passato come giacimento in continuo accumulo e potenzialmente attivo. Persino il paradigma del dramma antico, che caratterizza da un secolo la Città, è frutto del ripensamento del teatro in una forma che, nel recu- pero delle sue origini, lo rende straordinariamente moderno, teatro aperto a una comunità vastissima, che non è cenacolo ma popolo.
Unione
Primo obiettivo
Ricucire il rapporto tra centro storico e periferia
Cultura
Diversificare l’offerta culturale della città
Stimoli
Attivare filiere culturali e creative sul territorio
gli obiettivi



Il modello di offerta culturale che si intende perseguire è caratterizzato dai caratteri di innovazione e accessibilità. Nel primo caso l’innovazione riguarda soluzioni e format innovativi e digitali, così come i meccanismi di interazione e collaborazione tra istituzioni e tra operatori privati, facendo tesoro dello spirito collaborativo creatosi con il Comitato Cittadino, e la distribuzione durante l’anno degli eventi culturali. Nel caso dell’accessibilità invece ci si riferisce all’accessibilità fisica e a quella relativa ai contenuti. Agevolare la partecipazione dei cittadini, delle categorie socialmente sensibili, di viaggiatori e turisti diventa l’obiettivo dell’innovato sistema dell’offerta culturale e va in continuità con il primato che Siracusa detiene, ex aequo con altri comuni, nella classifica sull’accessibilità delle città italiane elaborata dall’ANMIL.